Minoranze linguistiche

Una minoranza linguistica storica è costituita da un gruppo di cittadini numericamente inferiore rispetto al resto della popolazione, stanziato su un determinato territorio, che parla una lingua materna diversa o ha caratteristiche etniche e/o religiose differenti da quelle di una maggioranza. Sul territorio italiano esistono diversi gruppi di popolazioni che si riconoscono in lingue diverse da quella nazionale e tradizionalmente vivono nelle regioni di confine, dove partecipano ad una comune cultura e lingua con le popolazioni dei paesi confinanti.

Queste comunità sono regolamentate a livello nazionale dalla Legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante le "Norme di tutela a favore delle minoranze linguistiche storiche", la quale detta le disposizioni in materia, prevedendo la possibilità per le pubbliche amministrazioni di accedere a finanziamenti statali.

L'art. 2 della legge 482/1999 riconosce infatti l'esistenza di 12 minoranze linguistiche storiche che vengono ammesse a tutela: «In attuazione dell'art. 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo». Sin dalla sua istituzione la Regione Piemonte è stata particolarmente attenta alla tutela del patrimonio linguistico storico del suo territorio, recependo gli indirizzi della normativa statale nel suo Statuto e normando la materia con specifici provvedimenti, a partire dalla fine degli anni Settanta e con successive modifiche ed integrazioni.

In particolare, nel territorio del Pinerolese, sono oggi presenti due delle dodici lingue tutelate dalla Legge 482/99: il Francese e l’Occitano.

Il Francese

La presenza della lingua francese ha caratterizzato per secoli un vasto territorio alpino le cui frontiere politiche non corrispondevano a rigide delimitazioni linguistiche. Nel corso dei secoli il francese è stato lingua ufficiale nelle alte Valli, nonché lingua delle occupazioni militari francesi susseguitesi tra il 1500 ed il 1800, lingua della corte sabauda e lingua culturale e religiosa delle Valli Valdesi. Tradizionalmente, nella Val Pellice, si collega l’uso del francese alla presenza Valdese. Nel XVIII e XIX secolo, infatti, la vita religiosa e culturale si svolge quasi interamente in francese, conferendo una forte impronta all’evoluzione linguistica e culturale di un territorio che rimane tutt’ora caratterizzato dal plurilinguismo. Il francese ha caratterizzato inoltre gli intensi e continui scambi tra le vallate alpine ed il territorio francese, dalle più antiche migrazioni per sfuggire alle persecuzioni religiose, agli scambi commerciali ed al contrabbando, alle migrazioni indotte dalla povertà e dalla ricerca di lavoro. Oggi il francese è ancora parlato in famiglia, nei culti mensili di alcune comunità Valdesi ed è compreso dalla maggior parte della popolazione; consente lo sviluppo di attività nell’ambito dei gemellaggi e permette di comunicare con gli immigrati che giungono da aree francofone.